Le nutrie in Italia danneggiano più di 80 chilometri di argini: migliaia di euro di danni.
La nutria è un grosso roditore originario del Sud America, dall’alimentazione prevalentemente vegetariana, amante dell’acqua e introdotta in Italia (Piemonte) all’inizio degli anni Venti per la produzione di pellicce. Quando il mercato di queste pellicce entrò in crisi, con conseguente chiusura delle aziende, le nutrie vennero liberate in natura ignorandone determinazione, capacità di adattamento e permettendoli di colonizzare diversi ambienti naturali soprattutto in centro e nord Italia.
Questi animali prediligono ambienti semi-acquatici, trascorrono gran parte del tempo in acqua, vivono in prossimità di fiumi e canali irrigui, lungo le sponde di laghi e paludi, ove sia presente la tipica vegetazione palustre.
A causa della sua voracità che minaccia, oltre alla fauna acquatica, anche colture di barbabietole da zucchero, mais, patate e altre colture, la nutria è diventata in alcune zone un animale davvero scomodo che si tenta, con scarso successo, di eliminare.
Le nutrie, infatti scavano tane che possono arrivare fino a 6 metri di lunghezza con un foro variabile da 20 a 40 centimetri che con lo spostamento dell’acqua aumentano ancora.
Il risultato di tutto questo sono molteplici disagi e situazioni di pericolo per i manutentori di questi ambienti, come il nostro cliente di Ferrara che durante la manutenzione degli argini si è visto sprofondare, assieme alla sua macchina Energreen ILF S1500, nel bel mezzo di una operazione di sfalcio.
L’operatore Andrea Negri del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara fortunatamente è rimasto illeso nell’incidente.